Un pensiero fisso mi ha svegliato questa mattina. Se
dobbiamo dirla tutta, ci sono andata a dormire ieri sera. L’ultima settimana
non è stata proprio semplicissima ma, come mi ha dimostrato la vita più e più
volte, tutto alla fine si risolve sempre. O quasi. Magari non esattamente nel
modo in cui vorremmo che si risolvessero le situazioni ma credo che l’importante
sia andarci vicino e non perdere mai il buonumore.
Ieri mattina, secondo il mio fidanzato, ho indossato un
abbigliamento troppo young. Non ha detto proprio così perché lo avrei lasciato
all’istante, ho tradotto io il senso del suo sguardo e delle sue povere parole.
Per tutta la giornata mi ha guardato con l’occhietto
critico. Io, soddisfatta della mia scelta mattutina, non ho preso in
considerazione i suoi appunti. Anzi, secondo me, stavo pure molto bene. Ma vai
a vedere cosa gli sia passato per la testa!
Durante il pomeriggio, altra gente ha avuto da ridire sulla
mia età. “Sembri una ragazzina”, “Che scuola frequenti?”.
Ieri sera mesta mesta, gli ho raccontato quanto accaduto nel
pomeriggio e lui, col dito puntato e con una soddisfazione massima: “Hai visto?
Cosa ti ho detto? Non sei più una bambina, sei una donna. Che cosa sono quelle
scarpe?”. Io: “Ma è colpa della mia pelle: tirata, senza rughe, liscia”. Lui: “Lascia
andare. Dai, devo prendere una cosa al supermercato”.
Ci mettiamo in macchina e non smette di sciorinare insegnamenti.
Io sempre più giù, pensavo che a me quegli stivaletti bassi con le borchie
piacciono tantissimo. E anche quella felpina comprata da Zara Kids.
Senza speranze e con la convinzione che forse stamattina ho
esagerato, arriviamo a destinazione e al supermercato non troviamo quello che
cerchiamo. Facciamo un giretto nei negozi intorno e cosa vedono i miei occhi? Un
tacco dodici fantastico. Timidamente allungo la mano, le mascelle si rilassano,
lo sguardo si addolcisce. Lui mi guarda e dice: “Ti piacciono? Dai provale!”.
Fermi tutti, “Dai provale” secondo il linguaggio più semplice
e non articolato per un essere umano del genere femminile vuol dire: “Se ti
stanno bene, le prendiamo”. Ora, non voglio essere insistente ma io non provo
una cosa che mi piace e che sono sicura mi stia bene per poi rimetterla al suo
posto.
Ma potevo, scusatemi, potevo mostrare troppa gioia? Ho
indossato quelle meraviglie e per nascondere la mia totale felicità decido di
provarne anche delle altre. Lui mi guarda e apostrofa: “Certo amore, quelle ti
stanno davvero bene”. Io pensavo: “No, forse non ci siamo capiti. Queste sono
mie. Queste scarpe sono già mie. Mi stanno bene? Mi stanno una favola. Sono le
mie. Questo 36 è mio!”.
Per non apparire troppo entusiasta: “Dai tesoro sbrighiamoci,
ho fame, andiamo. Poi si vedrà…”. Ma ecco che un uomo, il proprio uomo sa
sempre come conquistarci, giorno dopo giorno, parola dopo parola “Prendiamole!
Dai Amore, prendile!”.
Il mio cuore esplode di gioia, la mia anima vibra leggera ma
non posso cedere, non posso, devo trattenermi, devo dimostrargli che mi basta
solo il suo grande amore, che il suo sguardo vale più di mille regali, che la
sua voce è meravigliosa e non ho bisogno di nulla e quindi dico: “Va bene
amore, come dici tu, prendiamole”. Sdong! Non ci sono riuscita a dire di no. Era
scontato.
Adesso sto lavorando ai fianchi per un divano. Categoria
merceologica diversa. Tempistica diversa. Chissà…
Sophie
Nessun commento:
Posta un commento