Non so voi, ma a me serve l’attitudine giusta. La consapevolezza
che per un numero indefinito di ore mi ritroverò la camera, l’armadio, i
cassetti e il letto sottosopra. E allora ci vuole organizzazione, pulizia
mentale e sangue freddo. E poi, preparazione di sacchi neri dentro cui inserire
gli obbrobri e scatole nuove per la sostituzione di quelle vecchie.
Le linee
guida da seguire sarebbero due: trasferimento del contenuto dell’armadio sul
letto oppure selezione del guardaroba estivo e successivo dirottamento in
lavatrice. Io non sono riuscita a scegliere perché trasportata dal flusso emozionale
delle “visioni”. A cogliermi impreparata, tra le tante cose, la vista di un
vestito di raso stropicciato verde bottiglia con strani riportini uncinettati
acquistato almeno sette anni fa. Capisco che negli anni la moda sia cambiata,
capisco che anche il mio gusto abbia subito un’impennata, ma quella scelta dissennata
non me la spiego. E soprattutto, ma perché lo scorso anno non ho pensato di
farlo definitivamente fuori? E così, come fosse un atto liberatorio, quasi una
scelta di vitale importanza, l’ho lanciato nel sacco nero. La stessa ingloriosa
fine l’ha fatta un paio di sandali azzurri con zeppa in corda legati alla caviglia. Ricordo
ancora il momento in cui li ho acquistati: era un caldissimo pomeriggio di
agosto e in preda a un attacco compulsivo di shopping ho deciso che sarebbero
stati miei. Oggi ammetto, di non averli mai indossati.
Potrei continuare per
ore con la descrizione di tutto quello che ho inserito nel grande sacco nero,
ma vi risparmio la noia. Le frasi che però hanno caratterizzato la mia giornata
sono state due: “come ho fatto a comprare una cosa del genere?” e “con quale
gusto dell’orrido ho indossato queste cose?”. Eppure, per ciascuna di esse, ero
così convinta.
In definitiva, ho raccolto due grossi sacchi con dentro
gonne, pantaloni, maglie, vestiti, scarpe e borse da eliminare definitivamente.
Nell’angolo a destra in alto dell’armadio ho collocato quegli indumenti che l’anno
prossimo faranno una brutta fine, ma per quest’anno non me la sono ancora
sentita di sopprimerli perché, per alcune cose, la morte deve essere lenta e
sofferente. Per tutto il resto ho deciso che prima del prossimo cambio di
stagione ho necessariamente bisogno di un armadio nuovo, indi di una camera più
grande, indi di una casa nuova. E poi, se potessi, anche di un intero
guardaroba nuovo di zecca.
P.S. Oggi avrei dovuto scrivere dell’ex del mio fidanzato,
ma, trattandosi di tema assai complesso e delicato, ho bisogno di far alzare la
polvere e lasciare che si depositi di nuovo.
P.S.2. Quella in foto non è la mia cabina armadio. Ma… lavori in corso!
P.S.2. Quella in foto non è la mia cabina armadio. Ma… lavori in corso!
Sophie
ahaha... stesso dilemma x tutte me compresa...certi capi non riusciamo proprio a farli fuori forse perchè ci ricordano qualcosa che inconsciamente non vogliamo rimuovere chissà... :p
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