martedì 21 gennaio 2014

Il primo appuntamento della mattina

Ieri sera, dopo aver fissato per buoni dieci minuti un film, mi sono accorta che la tv era senza volume. Eppure, caso strano, io di voci ne sentivo tantissime. Un tale vocio che mi ha tenuto con gli occhi sbarrati e la mente lontana anni luce.

Vi fermo subito: non ho bisogno di un neurologo né tantomeno di uno che ne capisce. Sono sana come un pesce, anzi pesciolino, e le voci sono da attribuire ai miei mille pensieri.

Sapete, tutte le mattine, puntuale come un neonato che reclama la sua poppata io ricevo una mail. Non si tratta del servizio meteo, non si tratta dell’ultima ricerca dell’Università di Stanford e non si tratta neanche della newsletter di Fashionmag.

Con gli occhi ancora socchiusi, anzi chiusi, allungo il braccio e con la mano inizio a tastare il comodino alla ricerca del mio telefono. Tutte le mattine rischia il funerale perché le possibilità che io lo schianti al suolo sono altissime.




Io lo so che quella mail è lì. Lo so. Lo so che qualunque cosa succedesse durante la notte io la mattina, inconsapevole di tutto, la troverei sempre e comunque. Fino a un po' di tempo fa, era preceduta da una descrizione in oggetto, da qualche giorno non ho, invece, neanche un’anticipazione. E la cosa mi intriga ancora di più.

Le parole sono semplici, non sono ricercate, sono poche e sono belle. E sono così belle perché sono scritte senza filtro, senza l’intenzione di stupire, senza la volontà di nascondersi. Sono vere, sono sincere, sono piccole piccole.


E a me quelle parole piacciono tanto. Così tanto che da qualche settimana a questa parte non ne potrei più fare a meno. E alla luce dei fatti, poiché non capisco ancora come sia possibile tutto questo, accetto gli eventi, abbasso le barriere ed elimino le inutili riserve.

Sophie

Nessun commento:

Posta un commento