Proprio di fronte a Manhattan c’è Ellis Island, l’Isola delle Lacrime, la prima tappa per oltre quindici milioni di emigranti che partivano dalle loro terre di origine sperando di stabilirsi negli Stati Uniti…divenne famosa dalla fine dell’800…
Negli anni ‘20 una nave si stacca dalla terra arcaica, da una Sicilia ferita… come i cuori di chi abbandona il vecchiomondo, le origini, le tradizioni…tutto in una “trùscia” o in una valigia di cartone… per un nuovomondo, il mondo che verrà…una nave carica di donne e bambine, spose per procura…
Su quella “Nave delle Spose” l’abito si racconta come un taccuino di ricordi…foto, frasi, parole dure come pietre…pensieri fluidi come il mare… si tessono filamenti di vita, speranze, luci e sogni.
Materia che si fonde, si mescola, si bacia, s’incontra come in un abbraccio o in una preghiera.
Su corpi nudi, intrecci di fili, reti, filet, spaghi e makramè; passato e futuro in foto incastonate come cammei su tagli al laser o stampate in morbide sete.
Foto in bianco e nero, ecrù e seppia come ricordi sbiaditi…
“…ho ricamato i miei ricordi, li ho vissuti pezzo su pezzo, li ho intagliati come fossero una tela, li ho scuciti per ricomporli ancora…ed ora, indosso il mio abito: il mio abito da sposa…”
Così, Marella Ferrera presenta la sua collezione sposa 2011, un omaggio a quelle donne che attraversarono l'oceano, sopportado un matrimonio senza amore, per garantire a noi una vita migliore.
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